Suicidi: fenomeno presente anche tra i militari USA
Un recente studio su un campione di militari Navy Seal degli Stati Uniti, hanno rilevato che la vicinanza ad esplosioni di ordigni danneggia il cervello, questo studio è stato effettuato su militari in addestramento. Pare inoltre che questo studio abbia anche rivelato un’attinenza con il suicidio di alcuni militari.
Proponiamo il seguente articolo la cui completezza può essere letta seguendo il link indicato a fine pagina.
L’analisi è stata condotta sui cervelli di otto Navy Seals morti per suicidio negli ultimi dieci anni. In questo arco temporale, però, sono almeno dodici i Seals che si sono tolti la vita. Alcuni erano ancora in servizio, altri lo hanno fatto poco dopo il congedo. Un confronto tra le loro morti ha messo in luce alcuni fattori comuni.
Ciascuno di loro era stato schierato in battaglia più volte, ma nessuno – riporta il Times – era stato ferito dal fuoco nemico. Inoltre, intorno ai quarant’anni, quasi tutti avevano iniziato a soffrire di insonnia, mal di testa, problemi di memoria e di coordinazione, depressione, confusione e, in alcuni casi, attacchi di rabbia.
Molti avevano ricevuto diagnosi di disturbo da stress post traumatico (PTSD), ma sarebbe riduttivo pensare solo a una patologia psicologica, dal momento che lo studio condotto dal Dipartimento della Difesa ha rinvenuto danni permanenti al cervello degli otto soldati esaminati.
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