Pensioni e aspettative di vita, come funziona.
Forse i più giovani non vedranno mai la Pensione.
Le aspettative di vita incidono enormemente sulla pensione, dal 2019 i requisiti varieranno con cadenza biennale, adeguandosi alle aspettative di vita.
Ieri, leggendo l’articolo su money.it, è bastato soffermarsi sulle infografie per capire che bisognerà lavorare anche con il bastone, e pochi si godranno la vecchiaia; pochi faranno i nonni.
Proponiamo un estratto dell’articolo la cui completezza può essere letta seguendo il link a fine pagina.
Il procedimento con cui i requisiti per la pensione saranno adeguati alle aspettative di vita rilevate dall’Istat; il che comporterà un innalzamento dell’età pensionabile per la pensione di vecchiaia e del requisito contributivo per quella anticipata.
Questo strumento è stato introdotto con il chiaro scopo di mettere a punto una misura stabile per contenere la spesa previdenziale. D’altronde il miglioramento delle condizioni di vita e gli sviluppi nel campo medico e farmaceutico hanno comportato: un allungamento della durata media della vita degli italiani e di conseguenza anche gli anni in cui l’INPS paga la pensione sono aumentati.
Il primo ad introdurre nel nostro ordinamento la necessità di agganciare l’età pensionabile alle aspettative di vita fu Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro del IV Governo Berlusconi.
Con la riforma Sacconi – legge 174/2019; infatti è stato attuato quanto previsto dal decreto 78/2009, stabilendo così che a partire dal 2013 l’Istat avrebbe pubblicato “il dato relativo alla variazione nel triennio precedente della speranza di vita all’età corrispondente a 65 anni”; che questo dato sarebbe stato utilizzato per aggiornare i requisiti anagrafici (e in alcuni casi contributivi) per l’accesso alla pensione.
Aggiungiamo l’infografia che sintetizza e rende bene il concetto:
Infografia: A quanti anni andrò in pensione?
fonte: money.it