Immigrazione, ecco i legami con i terroristi
Da anni negli atti delle procure emergono le attività di reclutamento tra gli immigrati.
L’immigrazione, che tanto fa discutere con le vicende dei porti e delle navi delle varie organizzazioni non governative non più accettate in italia.
Poi arriva l’intreccio tra immigrazione e terrorismo. Terrorismo che spesso è stato accostato ai flussi migratori provenienti dal nord Africa.
A tal proposito, proponiamo un estratto del seguente articolo la cui completezza può essere letta seguendo il link a fine pagina.
Negli ultimi tempi il terrorismo islamista pare abbia avocato a se la strategia dello “spontaneismo armato”; tanto cara a buona parte degli ideologi della sinistra extraparlamentare; che durante il periodo tristemente noto come “anni di piombo” hanno indotto individui allo scopo indottrinati a insanguinare le nostre città.
È probabile che proprio sulla scorta dell’esperienza della “lotta armata rivoluzionaria per il comunismo”; che percorse le strade europee per un ventennio. Abu Musab al Suri, ideologo dello jihadismo transnazionale; nei suoi deliranti messaggi avesse comunque ben pianificato l’evoluzione che il movimento terroristico globale: di matrice islamista avrebbe dovuto adottare allo scopo di adattarsi a nuove realtà emergenti.
Il sostanziale fallimento delle organizzazioni jihadiste gerarchizzate in modo piramidale; neutralizzate dalle operazioni di intelligence compiute nel corso dell’ultimo decennio, ha fatto emergere la necessità di riorganizzare i vari gruppi aderenti alla strategia della “resistenza islamica globale”; sul principio della decentralizzazione delle cellule e sulla sostanziale autonomia delle medesime.
Mentre un’organizzazione piramidale mostra estrema fragilità decomponendosi a seguito della scoperta e della neutralizzazione anche solo di una delle cellule componenti la struttura, si verifica il crollo progressivo dell’organizzazione, mentre, il modello decentralizzato, presenta molteplici aspetti positivi. Dall’indipendenza economica, alla libertà di pianificazione ed azione e, soprattutto, dal potenziale bacino di reclutamento fornito da nuove leve arruolate tra le fila dei clandestini che, proprio nelle attività illecite poste in essere dai componenti della cellula a scopo di auto finanziamento, trovano una loro collocazione come bassa manovalanza.
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