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Codici identificativi polizia di stato

Identificativi per i Poliziotti, c’è l’opposizione del Ministro Salvini

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Da due anni la proposta di legge è ferma in commissione ora bloccata dal Ministro Salvini.

I numeri Identificativi per i poliziotti, da applicare sulle uniformi i parti accessorie, non si vedranno per i momento; il Ministro Salvini non giudica importante la loro introduzione.

La decisione del Ministro degli Interni trova il favore di molti sindacati di Polizia; i sindacati, infatti,  non vedono di buon occhio l’introduzione del numero che andrebbe ad identificare il poliziotto.

Esempio di numero identificativo sui caschi
Esempio di numero identificativo sui caschi

La motivazione di tale decisione deriva dal fatto che il Ministro ritiene i poliziotti facili bersagli dei delinquenti anche senza avere il codice stampato sulla divisa.

La proposta per abbinare i codici identificativi ai poliziotti però non è recente, già due anni fa diversi deputati di diversi partiti presentarono proposte di legge per la loro introduzione.

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Le proposte di legge portano la firma di tre deputati di tre schieramenti politici differenti: Sel, M5S, e PD. Ma alla fine fu preso in considerazione solo quello a firma del Deputato Peppe De Cristofaro di Sel. Attualmente il provvedimento è fermo in Commissione al Senato, fonte micromega.

Come siamo messi in Europa?

Un’analisi interessante è stata portata avanti sull’argomento sempre dal sito micro mega, che a distanza di tempo torna di attualità; di seguito si propone un estratto dell’articolo la cui completezza può essere letta dal link a fine paragrafo.

L’Italia è maglia nera in Europa, la maggior parte dei paesi dell’unione adopera i codici identificativi sul modello americano.

In diversi Paesi europei esistono già provvedimenti per l’identificazione individuale degli agenti di polizia in servizio. Per quanto variegata, legata a misure in gran parte locali e non priva di contraddizioni, si può in generale constatare una rinnovata attenzione e iniziativa regolamentatrice a livello europeo su un tema tornato sull’agenda politica parallelamente alle contestazioni di piazza e agli abusi di potere da parte degli agenti nella gestione dell’ordine pubblico. Uno sguardo ai nostri vicini europei può darci un’idea delle buone pratiche da prendere ad esempio, così come dei rischi legati all’adozione di regole identificative “di facciata”, senza reali strumenti per assicurarne il pieno rispetto.

Sinteticamente alcuni esempi europei:

nel Regno Unito esiste la “Dress Code Policy” valida per le aree metropolitane;

in Francia il “référentiel des identités et de l’organisation”;

in Germania c’è libera scelta nei Lander di mostrare il codice;

invece in Olanda è prevista una targhetta con nome e cognome in condizioni normali, numero identificativo sul casco in caso di ordine pubblico;

Per approfondire l’argomento visitate il sito : MicroMega Online

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