Contratto: cosa aspettarsi alla riapertura del tavolo negoziale
L’ultimo incontro avvenuto a luglio al Dipartimento della Funzione Pubblica tra i Sindacati Militari, di Polizia e i rappresentanti della Funzione Pubblica, non ha portato soluzioni accettabili tra le parti. Le varie organizzazioni sindacali, manifestando in piazza alcuni giorni dopo l’incontro, hanno rappresentato il disappunto per il diniego da parte della Funzione Pubblica ad accordare l’utilizzo dei fondi tutti sui fondamentali.
Fase di contrattazione ancora in stallo
Eppure, ad ogni incontro i vari dirigenti sindacali, rappresentando gli interessi degli iscritti, evidenziando sempre il desiderio di militari e poliziotti per un aumento di stipendio più che dignitoso, tale da recuperare il più possibile l’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto negli ultimi due anni, praticamente azzerando i precedenti aumenti contrattuali.
Durante l’ultimo incontro perentoria la posizione di alcuni sindacati, in particolare ITAMIL, che dopo aver letto un comunicato indirizzato al Governo, per protesta abbandona la sala.
Tutti i sindacati, quelli Militari in particolare sin dal primo incontro, ritenendo più che giusto recuperare il potere d’acquisto perso con l’inflazione e dal mancato rinnovo dei contratti per circa 10 anni, rappresentano l’esigenza di impegnare tutti i fondi messi a disposizione dalla legge di bilancio 2024 per l’incremento delle voci stipendiali fondamentali fisse e continuative, e niente per le accessorie.
Fino ad ora, nulla è valso l’impegno dei sindacati che proponendo anche soluzioni migliorative per la parte economica, proponendo anche delle analisi di gestione dei fondi; tra queste, studi che riportano delle storture contrattuali su alcuni compensi che favoriscono il personale Dirigente anziché il personale contrattualizzato. Ad esempio, iconico lo specchio riepilogativo sul compenso per il Lavoro Straordinario, proposto da USAMI Aeronautica che mette in evidenza come la quasi totalità dei pagamenti per questa indennità accessoria va ai dirigenti.
A questo punto il dubbio si insinua: Dirigenti pagati con i fondi dei NON DIRIGENTI?
Pare proprio cosi, dato che alcuni sindacati hanno richiesto la divisione dei capitoli per le indennità accessorie, in modo da non far cumulare le risorse tra le due categorie.
Indicata dai Sindacati anche un’altra stortura, il compenso forfettario d’impiego utilizzato dai comandanti di istallazioni militari per compensare le normali attività di caserma e non per i compiti istituzionali tra cui l’addestramento e le esercitazioni come previsto dalla norma, dando parvenza della cancellazione dell’orario di servizio. Allo stesso modo anche il compenso forfettario di guardia, utilizzato per mal pagare il personale che svolge servizi si sorveglianza alle istallazioni. Il compenso forfettario di guardia stabilisce che per il personale di truppa e non solo, un’ora di lavoro extra costa solo 3 euro. Anche questo concetto è stato espresso più volte dai sindacati militari. Quest’ultima indennità (CFG), pare destinata alla cancellazione, se confermata si può dire fine ad una forma di emolumento molto simile a quello del caporalato tanto spesso in voga per i lavoratori delle campagne.
L’estate ricca dei Dirigenti
Recentemente, con DCPM sono stati aumentati i salari i dirigenti, tra i quali anche a ufficiali superiori, generali e ammiragli delle Forze armate e del personale con gradi e qualifiche corrispondenti dei Corpi di polizia civili e militari, perciò a decorrere dal 1° gennaio 2024, le misure degli stipendi, dell’indennità integrativa speciale e degli assegni fissi e continuativi sono incrementate in misura pari al 4,80 per cento. Il decreto in questione è stato poi pubblicato in gazzetta ufficiale a fine agosto, per tanto gli stipendi saranno adeguati a breve.
Ecco, questa misura consente ai Dirigenti, nel caso dei Militari, dal grado di Maggiore e Tenente Colonello (dirigenti omogenizzati), poi da Colonnello a tutti i gradi dei Generali, un aumento medio di oltre 500 euro mensili (per il Colonnello).
La normalità: aumenti adeguati e certi per tutti, senza differenze.
Questi adeguamenti per i Dirigenti non rappresentano una stortura del sistema, ma la normalità. Ovvero, sono condizioni di aumento che dovrebbero avvenire in maniera automatica per tutti lavoratori in divisa. Però, questo sistema fu cancellato ai contrattualizzati anni fa. Resta però attivo da sempre e utilizzato solo per il personale Dirigente.
Infatti, circa venti anni fa, stabilendo che i meriti del personale non dirigente andavano premiati con il grado ed il parametro, furono abbandonati gli scatti interni e introdotti appunto i valori parametrali legati al grado. I fondi per gli incrementi stipendiali del sistema parametrale sono stanziati di volta in volta per i rinnovi triennali dei contratti, con i quali devono essere aumentati oltre che stipendi, anche CFI, CFG e Straordinari (per questi ultimi inseriti in un unico capitolo in comune a tutto il personale, anche dirigente), attingere fondi per la parte normativa con costi e con delle suddivisioni che alla fine lasciano solo una parte per i fondamentali.
I fondamentali sono le indennità fisse e continuative, soldi che ogni mese servono ai militati per il sostentamento e il mantenimento della famiglia. Da qui la riflessione: un mancato corretto adeguamento delle paghe non può rappresentare sinonimo di meritocrazia, bloccare gli adeguamenti stipendiali per dieci anni non rappresenta una meritocrazia a differenza del sistema per i Dirigenti, che tra scatti e DPCM ogni anno vedono aumenti certi.
Le campagne mediatiche e giornalistiche
Sugli aumenti di stipendio del personale contrattualizzato delle Forze Armate e Forze di Polizia è spesso ripetitiva una campagna mediatica delle più importanti testate giornalistiche nazionali, spinte da comunicati di alcune forze politiche dell’attuale maggioranza di governo, che con cadenza periodica pubblicano informazioni e specchi di aumenti paventando incrementi anche di 190 euro mensili, senza offrire ne dettagli e ne specificare che tali aumenti sono lordi e non netti. Essi rappresentano gli aumenti per i gradi apicali, comprendono oltre alle voci fisse e continuative anche le accessorie che solo in teoria andrebbero a tutti, invece nella pratica sono solo per pochi.
Tali notizie quindi sono incomplete e fuorvianti, soprattutto in questa fase dove la contrattazione non è ancora stata conclusa, offrendo agli interessati solo informazioni ipotetiche.
Quindi, cosa aspettarsi dai prossimi incontri tra Sindacati e Funzione Pubblica?
Considerando i precedenti incontri, si prevede un confronto sempre più intenso, dove la parte governativa resterà ferma sulla propria posizione il più possibile, con i sindacati che senza uno spiraglio di dialogo torneranno in piazza con più incisività.
Questo è per nulla rispettoso nei confronti di tutto il personale che è mortificato ad ogni rinnovo di contratto, invece di ricevere un adeguamento dei salari degno, perché è un atto dovuto soprattutto dopo 10 anni di blocco stipendiali e un livello inflazionistico che ha eroso le paghe ed il loro potere d’acquisto.
Perciò dai prossimi incontri se il Governo, rappresentato dalla Funzione Pubblica, non migliorerà o accetterà parte delle richieste dei Sindacati, innalzando il valore parametrale ad un livello accettabile, da produrre aumenti di almeno 200 euro netti sulle voci stipendiali fisse e continuative, si manterrà una situazione di stallo. Confermando così le scelte dei sindacati di scendere nuovamente in piazza manifestando pubblicamente per dar ancora più voce alle aspettative del personale che rappresentano.
Dall’altra parte si confida anche nel buon senso dei Dirigenti Sindacali a portare proposte concrete da consentire il proseguo della trattativa in modo da trovare una quadra per il rinnovo del contratto per il triennio 2022-2024.
I prossimi incontri ancora non sono ufficializzati, da quanto espresso dalla Funzione Pubblica a luglio, i prossimi incontri dovrebbero ripartire da metà settembre in poi, probabilmente per la terza settimana di settembre.
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