Contratto 2022-2024 Difesa e Sicurezza, tra aspettative e realtà
Significativa la presenza dei Sindacati Militari
Mercoledì 24 aprile si aprirà ufficialmente il tavolo negoziale per il rinnovo del contratto di lavoro, triennio 2022-2024, del personale non dirigente dei Comparti Sicurezza e Difesa.
I fondi stanziati non corrispondono alle aspettativa dei sindacati che dovranno fare i conti tra i fondamentali economici e normative.
Il contratto, scaduto da oltre 850 giorni, ha visto il prolungarsi dell’attesa per il rinnovo in quanto per la prima volta parteciperanno anche i neonati Sindacati Militari che dopo anni di attesa, circa 50 rispetto ai colleghi poliziotti, potranno finalmente decidere, assieme ai colleghi della Polizia, come impiegare le risorse messe a disposizione dal Governo. Tale attesa, per consentire la certificazione dei sindacati militari rappresentativi a livello nazionale.
La prima volta per i Sindacati Militari
Proprio i Sindacati Militari dovranno dimostrarsi all’altezza della situazione, da circa due anni stanno lottando con una mentalità ancora fortemente legata alla vecchia rappresentanza, in modo particolare sono i Vertici Militari che non accettano questo cambiamento culturale e fino all’ultimo hanno cercato di ritardare il processo di sindacalizzazione delle Forze Armate.
Il tempo però è giunto, con esso anche tante sigle decretate rappresentative per aver raggiunto i valori minimi imposti dalla legge 46 (ora C.O.M.), in alcuni casi anche più che raddoppiati. Infatti ci sono APCSM che in un soli 12 mesi o poco meno hanno superato anche la soglia del 5% di rappresentatività. Un esempio sono i Sindacati dei Carabinieri che contano una forte sindacalizzazione rispetto a quelli delle altre Forze Armate.
Tra le varie APCSM iniziano anche a formarsi accordi tra sigle della stessa forza armata o con sigle di forze armate differenti, questo avviene quando ci sono condivisioni di intenti, come ad esempio “La rete Sindacale” che a livello interforze può rappresentate una coalizione interessante ed incisiva. Ma ci sono anche accordi Federali di Forza Armata, come ad esempio la “Federazione Sindacale dell’Aeronautica Militare”, l’unione delle tre sigle (USAMI Aeronautica, SIAM e SIULM) rappresentano il 70% della forza sindacalizzata per l’Aeronautica Militare. Decisamente una voce molto forte per gli avviatori. La neonata Federazione sarà presentata il giorno 24, stesso giorno dell’avvio del tavolo negoziale.
Cosa aspettarsi dalla Contrattazione
Il giorno 24 aprile si apre ufficialmente il tavolo della negoziazione per il rinnovo del contratto dei Comparti Difesa e Sicurezza, da tempo si parla dei possibili aumenti ed il Dipartimento della Funzione Pubblica alla convocazione dei Sindacati ha anche aggiunto un prospetto in cui sono riportate le risorse stanziate e suddivise per Forze di Polizia e Forze Armate.
I valori indicati sono significati, per comprendere due cose importanti. Innanzi tutto le cifre riguardano sia l’aumento delle voci stipendiali fondamentali e sia le accessorie (es. CFI, FESI, Straordinari). Quindi a conti fatti, se parte dei fondi destinati alle accessorie non saranno accorpate alla voce stipendio, si parlerà di pochi euro di aumento mensile.
Ecco le ipotesi dell’aumento, se confermate, possono essere un buon punto di partenza
La prima stima delle cifre relative agli aumenti stipendiali per poliziotti e personale militare arriva da due quotidiani (il mattino e il messaggero) che a fine anno 2023 avevano già stimato paghe più alte con valore medio di circa 170 euro per i non dirigenti e oltre 400 euro per i dirigenti.
Di recente invece, il sito money.it, specializzato in economia, ha diffuso dati poco diversi da quelli dei quotidiani indicati, con aumenti lordi a regime di circa 190 €.
Ora tocca ai Sindacati, che dovranno dimostrare di meritare la fiducia degli iscritti, di cui molti ancora dubbiosi mentre altri fortemente convinti che le nuove Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari potranno essere realmente incisive.
Si inizia da questo contratto, tenendo ben presente che le Forze Armate e di Polizia presto vivranno un esodo senza precedenti considerati i prossimi pensionamenti, quindi perdita di professionalità e poco ricambio generazionale per passare le esperienze, tutte importanti, che i “vecchi” porteranno via con il pensionamento.
Una visione disastrosa, in considerazione anche dell’attuale situazione Geopolitica. L’auspicio, quindi, per tutti i protagonisti è raggiungere un accordo che dia soddisfazione alle varie parti, ma con 190 euro lordi, di cui solo una parte sugli stipendi, sarà difficile accontentare tutto il personale interessato.
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