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Fondo Difesa Europea, FES

Rapporto Draghi, la competitività europea parte dal settore Militare

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Un recente rapporto realizzato da Mario Draghi e commissionato dalla presidenza dell’Unione Europea afferma che il futuro dell’Unione molto dipende dagli investimenti da realizzare nel settore Militare, quindi un importante implementazione dei sistema di difesa dei vari paesi. Euromil analizza il rapporto e trae delle considerazioni interessanti sull’argomento.

Proponiamo il seguente articolo la cui completezza può essere letta seguendo il link indicato a fine pagina.

Il rapporto Draghi, commissionato dalla Commissione Europea, definisce una visione per rivitalizzare la competitività dell’Europa di fronte alle crescenti sfide globali, in particolare da parte di Cina e Stati Uniti. Il rapporto, preparato dall’ex Primo Ministro italiano Mario Draghi, chiede investimenti senza precedenti nei settori industriale, della difesa e tecnologico dell’UE. Per rimanere competitiva a livello globale, l’Europa deve investire almeno il doppio di quanto ha fatto dopo la Seconda Guerra Mondiale, con un prestito comune dell’UE che svolge un ruolo chiave. L’obiettivo è guidare l’innovazione, ripristinare la produttività e ridurre i costi energetici.

Sebbene l’enfasi del rapporto sia sulla modernizzazione delle industrie e sul raggiungimento dell’autonomia strategica, non affronta specificamente il ruolo del personale militare. Tuttavia, EUROMIL, l’Organizzazione europea delle associazioni militari e dei sindacati, si rammarica di questa omissione. Pur comprendendo l’attenzione del rapporto, EUROMIL insiste sul fatto che i leader politici non devono trascurare il ruolo vitale dei professionisti militari nell’esecuzione di questi ambiziosi piani. Qualsiasi strategia per il futuro dell’Europa fallirà senza gli uomini e le donne incaricati di implementarla. Il personale della difesa deve essere adeguatamente preparato e supportato per affrontare queste nuove sfide.

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Per quanto riguarda il tanto discusso argomento dell’istituzione di un Commissario europeo per la difesa, il rapporto sottolinea la necessità di uno che si concentri sulla parte industriale della difesa per dare forma e coordinare la politica di difesa dell’UE. Inoltre, il rapporto di Draghi sostiene che il ruolo di un Commissario europeo per la difesa dovrebbe essere dotato della giusta struttura e dei finanziamenti necessari per affrontare le attuali sfide geopolitiche.

Tuttavia, il rapporto ha incontrato critiche immediate, in particolare per la sua richiesta di prestiti congiunti dell’UE. Paesi come la Germania e i Paesi Bassi si oppongono fermamente a questa idea, temendo che possa gravarli con il sostegno di nazioni più indebitate. A poche ore dalla presentazione del rapporto, il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha dichiarato che “la Germania non accetterà” tali misure. Questa opposizione evidenzia le significative sfide politiche che le proposte di Draghi devono affrontare, in particolare in uno scenario politico in cui gli accordi a livello di UE sulle politiche finanziarie rimangono difficili.

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Oltre alle preoccupazioni sui prestiti congiunti, le industrie tradizionali, come il settore automobilistico tedesco, hanno espresso scetticismo sulla fattibilità dell’implementazione delle transizioni verdi proposte e delle innovazioni tecnologiche. Queste critiche evidenziano le sfide del bilanciamento della modernizzazione economica con le realtà attuali.

In definitiva, si prevede che il rapporto Draghi darà forma alla futura politica dell’UE. La sua richiesta di massicci investimenti nei settori industriale e della difesa, unita a un focus sull’innovazione, segnala una nuova direzione per l’Europa. Sottolinea la necessità di supporto finanziario e normativo per incoraggiare i paesi dell’UE a dare priorità alle attrezzature di difesa prodotte in Europa. Tuttavia, il successo di questi piani dipenderà dalla volontà politica e dall’inclusione del personale militare come attori chiave nell’implementazione di questi cambiamenti trasformativi. Per garantire che l’Europa rimanga competitiva e sicura in futuro, la leadership dell’UE deve dare priorità al ruolo dei suoi professionisti militari, assicurandosi che siano adeguatamente formati, equipaggiati e supportati. Come EUROMIL, è nostro obiettivo e compito ricordare ai leader politici questo ogni volta che è necessario, assicurando che l’elemento umano non venga mai trascurato nell’ambiziosa visione dell’Europa per il futuro.

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Continua la lettura da questo link: https://euromil.org/the-draghi-report-a-new-path-for-european-competitiveness-in-the-military-sector/

immagine: freepik

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