La tutela del soldato nelle missioni di pace
Casistiche diversificate e riflessioni di attualità.
La tutela del militare in determinate condizioni diventa uno di quegli aspetti caratteristici per la tipologia di lavoro che svolge il militare. Il soldato, non sempre visto come colui che lavora per portare la pace e per la pace, ma come un arma inutile e costosa.
La lettura di certi argomenti porta sempre una certa attenzione, ci siamo ritrovati a leggere un interessante articolo in cui ci sofferma nell’analisi del militare sia in tempo di pace che in tempo di guerra; passando dai casi di immigrazione presi ad esempio e sopratutto la vicenda dei marò italiani.
Proponiamo un estratto del seguente articolo la cui completezza può essere letta seguendo il link indicato a fine pagina.
La tutela del soldato in genere
Anche nelle missioni di pace, riguarda un ampio raggio di casi, molteplici e assai diversificati; nel prosieguo tuttavia le riflessioni saranno circoscritte a fatti di una certa attualità; e ad alcuni vissuti relativi alla prevista tutela della gente di mare in rapporto ai flussi migratori; da quelli avvenuti a fine secolo con l’esodo attraverso il Mar Adriatico, compreso il caso Sibilla, fino a quelli attuali dal Magreb.
Il secondo “case scenario” di un certo rilievo all’argomento, su cui appare doveroso soffermarsi, proprio per una questione di tutela; riguarda il sinistro che ha coinvolto 2 nostri Fucilieri di Marina del San Marco; occorso in Oceano indiano ormai 7 anni fa e ancora in attesa di determinazione arbitrale sulla giurisdizione da parte della Corte dell’Aja.
Prima di affrontarli è comunque doveroso richiamare alcuni aspetti essenziali e caratteristici della tutela del militare in genere. La tutela del personale è parte integrante dell’etica militare intesa come summa di quei principi ideali che presiedono le attività ed il comportamento dei soldati in tempo di pace e, a maggior ragione, in guerra; l’uomo ha sempre cercato di difendersi dai propri simili, dai cataclismi naturali e dagli animali cercando di tutelare e proteggere se stesso innanzitutto con azioni pratiche, ma anche immateriali.
Etica militare…
Accanto ai pilastri fondamentali dell’etica militare, come la Patria, la disciplina e l’onore, si collocano altri valori non proprio corollari quali il coraggio fisico e morale, il senso di responsabilità e di giustizia, umanità e rispetto che hanno risvolti nella tutela della persona nel quadro di rispetto e fiducia reciproca, vero collante fra capi e sottoposti: la tutela può considerarsi quindi un elemento essenziale dell’onore, espressione anche dei sensi di stima e considerazione e di alti valori non negoziabili.
Il vero leader militare è tale se ha carattere, carisma ed autorevolezza e sa condurre i suoi soldati coesi e convinti anche nelle missioni più ardue, ma al tempo stesso fa di tutto per tutelarli al massimo, in ogni circostanza, sul campo ed oltre.
Oggi, tutelare la propria gente, significa curare e proteggere non solo la loro persona fisica, ma salvaguardarli anche in questioni giuridiche o contenziosi in cui possono più facilmente incappare anche in conseguenza del loro impiego in missioni internazionali.
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